Dati biometrici, audio e video sempre attivi: i nuovi occhiali smart di Meta sollevano seri interrogativi sulla raccolta dei dati e sulle possibili violazioni della privacy
I nuovi occhiali intelligenti di Meta, presentati come accessorio di ultima generazione per la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale, stanno attirando l’attenzione non solo degli appassionati di tecnologia, ma anche degli esperti di cybersecurity. Tra questi, Miguel Fornés, esperto di sicurezza digitale presso Surfshark, lancia un allarme: “Meta AI glasses portano la raccolta dei dati e le violazioni della privacy a nuovi livelli”.
Microfoni e videocamere sempre attivi
Secondo Fornés, il rischio principale risiede nei sensori integrati: gli occhiali includono videocamera e microfono che, anche quando apparentemente inattivi, ascoltano costantemente l’ambiente circostante in attesa della wake word. “In pratica, Meta sta sempre ascoltando e processando le nostre conversazioni, raccogliendo enormi quantità di dati personali che non dovrebbero mai finire nei database di aziende private”, spiega l’esperto.
Dati sensibili esposti ogni giorno
Indossare quotidianamente un dispositivo di questo tipo significa potenzialmente condividere con Meta password, PIN bancari, documenti d’identità e altre informazioni estremamente sensibili. “Con questi smart glasses non stai solo vedendo il mondo, stai trasmettendo la tua intera esistenza: dati biometrici, posizione e molto altro. È il sogno di qualsiasi agenzia di sorveglianza”, avverte Fornés, paragonando la portata di queste tecnologie persino a strumenti invasivi come Pegasus.
App e raccolta dati: oltre il 90% delle tipologie monitorate
La preoccupazione non si limita al dispositivo in sé. Ricerca indipendente rivela infatti che i Ray-Ban Meta Smart Glasses, attraverso l’app Meta AI necessaria per il funzionamento, raccolgono fino a 33 su 35 tipologie uniche di dati, ossia oltre il 90% di quelle elencate su App Store. Di queste, 24 categorie possono essere utilizzate per la pubblicità di terze parti: posizione, contatti, informazioni finanziarie, cronologia di ricerca e di navigazione, contenuti personali e molto altro.
Un dato perso non si recupera
Fornés conclude con un monito che tocca il cuore del problema: “Una password compromessa può essere cambiata, ma con i dati biometrici non esiste alcuna sostituzione. Una volta diffusi, restano esposti per sempre”.
La diffusione degli occhiali intelligenti apre quindi a nuove opportunità tecnologiche, ma mette anche in evidenza i grandi rischi che gli utenti devono considerare prima di adottarli.