Facebook diventa investigatore grazie ai suoi dati

Grazie a Facebook sono stati sventati moltissimi crimini

Facebook in prima linea contro i crimini

Quando sei al pc i pericoli di truffa o frode sono molto alti, ma il livello di pericolosità aumenta quando hai un 14 enne collegato ad internet che non conosce i pericoli della navigazione.

Secondo l’istituto nazionale di statistica ci sono più di 3 milioni di under 13 registrati su Facebook e questo aumenta purtroppo il rischio di pedofilia virtuale.

A quanto pare Facebook ha rivelato, per andare incontro al problema, di utilizzare un particolare software di controllo che dopo aver digitato particolari parole chiave, entra automaticamente in funzione, monitorando tutte le nostre conversazioni.

Attivandosi il software porta all’attenzione del personale addetto la conversazione, che la analizza e segue tutte le varie procedure previste.

Quando l’allarme è stato confermato vengono automaticamente avvisate le forze dell’ordine che agiscono secondo la legge.

Almeno un caso di pedofilia è stato già sventato con questo sistema. Il 9 marzo di quest’anno un uomo di circa trent’anni ha cercato di adescare una tredicenne.

I temi erano abbastanza espliciti, i due parlavano apertamente di sesso e si erano dati appuntamento per il giorno dopo.

Il software di controllo ha messo insieme la discussione hot con la forte differenza di età e ha subito mandato una segnalazione di sospetta pedofilia. I super controllori umani hanno avvertito la polizia che si è affrettata ad ammanettare l’uomo.

Il presunto pedofilo, però, in giudizio ha avuto la meglio ed è stato giudicato non colpevole del reato di adescamento di minore.

Le chat controllate sono milioni ogni giorno, i controlli sono molto rigidi. L’FBI infatti ha inserito Facebook tra i siti da tenere sotto controllo.

Ma non è solo questo social a collaborare con la giustizia, visto che sono ormai decine i servizi sul web che hanno adottato politiche di controllo a due stadi – prima software, poi umano – e che girano le segnalazioni alle forze dell’ordine.

Questo naturalmente evidenza la grande falla nella privacy dell’individuo.

Se il presunto pedofilo fosse stato giudicato colpevole la chat con la scampata vittima sarebbe diventata un atto del processo, ma ora che è stato scagionato siamo sicuri che Facebook non abbia ancora in archivio quei messaggi piccanti inviati alla tredicenne?

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.